Denuncia

Incontro pubblico – intervista esclusiva PTA a Scordia

Tra poco siamo in diretta!

PTA Presidio Territoriale di Assistenza - Scordia

PTA Presidio Territoriale di Assistenza – l’ingresso della struttura di Giarre

Cari amici, da questa pagina potrete seguire a partire dalle ore 21.00 l’incontro pubblico del MoVimento 5 Stelle – Scordia.  Sarà un incontro breve dedicato al punto della situazione sulle attività in corso .

Trasmetteremo in esclusiva, inoltre, l’intervista a un dirigente dell’ASP di Catania che abbiamo realizzato per illustrare la situazione del PTA a Scordia.

Per partecipare da casa installate il plugin google talk da questo indirizzo: http://www.google.it/talk/intl/it/ e create un account email google (se non lo avete già). Ci trovate in chat google aggiungendo l’indirizzo email info@scordia5stelle.it ai vostri contatti.

Siete in grado di reggere?

Manipolazione Di Massa MoVimento ScordiaFederica Salsi e Giovanni Favia non avevano “altre idee” su programmi o progetti da realizzare all’interno del Movimento Cinque Stelle: per quello esistono piattaforme locali che ogni gruppo utilizza per far emergere e poi votare le singole proposte, la maggior parte delle quali sono assolutamente sconosciute sia a Grillo che a Casaleggio. Per esempio, il gruppo del Movimento Cinque Stelle della Regione Lombardia sta costruendo il suo programma regionale online, oltre che le sue personali primarie, senza che nessuno ci metta becco. Anzi Grillo, a differenza di Bersani che organizza “parlamentarie” dove la maggior parte dei seggi sono già assegnati alla solita vecchia nomenclatura di partito, non conosce che pochissimi di quelli che si sono candidati alle Parlamentarie del Movimento Cinque Stelle e che poi hanno vinto.

Quello che la Salsi e Favia hanno fatto non era avere “altre idee” su programmi da proporre costruttivamente, ma era avere “altre idee” su cosa dovesse essere il Movimento, ovvero volevano farne un’altra cosa, forse più funzionale alle loro esigenze personali. Per esempio, il limite dei due mandati? Ma c’è molto di più: hanno definito Grillo, Casaleggio e il Movimento Cinque Stelle in tutti i modi possibili, da feroci dittatori a Scientology, passando per interviste “presumibilmente” rubate, a dichiarazioni spontanee, a ospitate su tutti i media compiacenti, alla faccia dell’uno vale uno. In un “partito”, per molto meno e molto prima, sarebbero stati cacciati via a calci.

Già, perché in altri “partiti” non si viene cacciati perché si violano punti precisi dello statuto, ma anche solo perché si denunciano attività palesemente illegali del partito stesso, anche se si definisce “democratico” (come una certa democrazia d’altri tempi, mai estinta, si definiva “cristiana”), per le quali si verificano epurazioni di massa che al confronto le fosse ardeatine erano niente (con tutto il rispetto per le vittime di quella disgraziata parentesi storica). Oppure perché semplicemente, come è accaduto ad alcuni colleghi sindaci di Renzi, in Toscana, non si è d’accordo con il club di affari (quelli veri) che si scambiano le figurine per costruire la TAV.

Conti alla mano, gli attivisti del Movimento Cinque Stelle cui Grillo ha ritirato l’uso del simbolo saranno una decina o giù di lì. Il totale degli attivisti è invece di 250mila persone. Parliamo dello 0,004 per cento. Di cui neppure sono state richieste le dimissioni, perché continuano a fare il loro lavoro. Se fate attenzione, sono sempre loro: Favia, Salsi, Tavolazzi (ex Partito Comunista Italiano, tanto per capirci sul modo di intendere la gestione della politica), declinati dai media in tutte le salse e riproposti con interviste continue, ossessive, quasi quotidianamente. Abbiamo capito che loro “dissentono” ma, se me lo consentite, c’è dell’altro? Dopo vent’anni di Berlusconi e di democrazia violata a livello istituzionale, dopo trent’anni di Piano di Rinascita Democratica che ha palesemente raggiunto l’obiettivo di annullare ogni forma di opposizione, mediante un simulacro bipartitico che doveva “dare l’illusione della democrazia” (guardatevi Il Discepolo 1816), dopo tonnellate di vere epurazioni da parte di tutti i partiti di ogni ordine e grado, di cui la maggior parte “epurazioni a monte”, cioè l’impossibilità stessa di tesserarsi se non si dimostra assoluta e cieca conformità ai valori della spartizione dei fondi e del potere, vassalleggiando a destra e a manca, adesso vuoi vedere che il problema fondamentale di tutti i media è quello 0,004 percento di persone allontanate in maniera trasparente, cioè mediante pubblicazione in rete e senza aspettare sagaci e costose inchieste ad orologeria di qualche giornalista con la schiena dritta, ma orientata a piacere?

Come mai tutta questa attenzione sconfinata verso lo 0,004% di un Movimento che ha fatto eleggere i suoi candidati al Parlamento, quando tutti gli altri hanno solo “nominati”, e che ha rifiutato centinaia di milioni di euro in rimborsi elettorali, ragion per cui ora è chiaramente in affanno nella realizzazione dei progetti tecnici a sostegno (come le piattaforme di partecipazione condivise a livello nazionale, che arriveranno presto)? Qui non è questione di essere di parte, qui è questione di avere senso di equità e giustizia. E’ questione di accendere quel residuo di capacità critica che 60 anni di televisione potrebbero non avere ancora annichilito del tutto e rimetterlo in funzione. Il Movimento Cinque Stelle è libero di stabilire i suoi progammi e i suoi rappresentanti in completa e totale autonomia. Ma è come un’autostrada: sei libero di farvi transitare sopra le merci che preferisci, di stabilire a che velocità andare e dove dirigerti, ma non puoi metterti a spaccare i guard rails, così come all’interno di una cellula esiste il libero scambio di elementi con l’esterno, secondo i principi dell’osmosi, ma esiste comunque una membrana che la identifica e non la puoi smantellare a tuo piacimento senza uccidere la cellula stessa e il suo dna interno.

Guardate e fate vedere il video qui sotto a tutti: se non siete completamente disonesti, soprattutto con voi stessi, non potrete riconsiderare le cose nella loro giusta prospettiva.

Quando tre anni fa è nato il Movimento Cinque Stelle, si era prefisso uno scopo: arrivare in Parlamento. Mancano due mesi. Mi rivolgo ai suoi attivisti e ai suoi simpatizzanti (tra questi ultimi mi annovero io). Siete in grado di avere la forza psicologica di reggere alla carica dei due minuti di odio orwelliani che il sistema vi sta rovesciando addosso? Perché se non ce l’avete, allora mollate tutto e lasciate pure l’Italia com’è, nelle mani di quelli che l’hanno portata al punto in cui ci troviamo oggi.

via Siete in grado di reggere?. (c) byoblu – Claudio Messora

Comunicato m5s Scordia su PTA a Scordia

Quanto segue è il comunicato rilasciato dal MoVimento 5 stelle Scordia, sulla concessione della scuola media di via Libertà (ex liceo scientifico) a Scordia per la costruzione del PTA (Presidio di Territorialità Assistenziale).

Scuola di via Libertà

(28.10.2012) In pieno turbinìo di emozioni per la nostra prima tornata elettorale siamo stati contattati da un padre di famiglia, Rocco Privitera, che, allarmato dalla pubblicazione di una delibera comunale di Scordia, ci ha chiesto di vederci immediatamente per un incontro per discutere del problema che, da lì a poco, avrebbe coinvolto l’intera comunità scordiense.

La delibera, firmata dalla giunta comunale il 22.10.2012, con effetto attuativo, concede in comodato d’uso gratuito per 99 anni i locali della scuola media, già liceo, di via Libertà per la realizzazione di un PTA (presidio territoriale assistenziale). Questa posizione di fatto obbliga lo sgombero immediato di studenti, di aule, di laboratori, per quanto piccoli, e degli uffici presenti, forse già prima di Natale 2012*, con grande rammarico e indignazione da parte dei genitori che hanno scelto, ad inizio anno scolastico, di mandare i propri figli presso quella sede piuttosto che un’altra.
(* aggiornamento: lo sgombero non sarà immediato)

La prima domanda che ci siamo posti come cittadini è come si possa pensare che il diritto all’istruzione debba lasciare il posto al diritto alla salute, ritenendoli entrambi necessari, da tutelare e alla base di una società civile. Da questi principi siamo partiti per seguire da subito la vicenda e capirne l’iter che ha spinto l’amministrazione verso queste scelte.

Dagli incontri con i consiglieri comunali, presenti presso i seggi elettorali, ci rendiamo conto che nessuno conosce bene l’argomento e, per capire meglio la situazione, si decide di richiamarla all’attenzione  durante l’apertura del già convocato Consiglio Comunale per il martedì seguente.

(30.10.2012) All’apertura del consiglio comunale il consigliere Saitta, ( segui registrazione consiglio: http://www.youtube.com/watch?v=MZkdLMv8qYA&t=6m16s ) seguito dal consigliere Agnello, chiede delucidazioni sull’avvenuto e dopo un dibattito alla presenza dei genitori in sala consigliare è stato concordato un incontro con l’assessore Todero (unico a conoscenza reale dei fatti insieme al Sindaco) per il giorno dopo.

(31.10.2012) All’incontro erano presenti circa venti genitori e altri cittadini e politici che avevano tutto il diritto di capire la situazione, l’assessore Todero e l’assessore Pernice come vicesindaco. Madri e padri si sono battuti per il diritto dei propri figli facendo notare agli amministratori che il motivo della scelta di quella scuola ad inizio anno aveva delle ragioni precise che sarebbero venute a mancare al momento del trasferimento in altra sede dei ragazzi. Alla fine della discussione si è chiesto all’amministrazione di garantire la chiusura dell’anno scolastico presso la sede attuale e, nel caso, invece, di trasferimento, che venissero controllati i locali del  plesso G. Verga, garantendo i servizi, cosa che andrebbe fatta a prescindere visto che altri studenti sono già presso quella sede scolastica, garantendo lo sfollamento veloce in caso di sisma e garantendo gli stessi laboratori presenti nella sede di via Libertà.

(04.11.2012) Dopo aver vagliato varie considerazioni si è pensato di chiedere un colloquio con il sindaco Angelo Agnello per capire meglio l’iter seguito. Il sindaco comincia a parlare sottolineando che da tempi non lontani l’amministrazione aveva già deciso di vendere l’immobile di via Libertà e di trasferire i ragazzi presso la sede di via Etna. Quest’ultima però ha una procedura legale in corso e poiché il comune è ancora debitore di “somme irrisorie”, dice il sindaco, “rispetto a quelle già retribuite al proprietario”, il quale sembra voglia speculare in ogni modo. Questo blocco di fatto “impedisce” il trasferimento dei ragazzi presso quella sede e quindi rimangono dove sono finché non ci sarà la sentenza sull’immobile di via Etna per la prossima primavera, ad aprile.

Continua il sindaco dicendo che poco dopo si materializza la possibilità di realizzare un PTA proprio a Scordia, da sempre deficitario di strutture sanitarie. A quel punto viene avviata la procedura per la ricerca di una sede e lui stesso  pensa proprio all’edificio scolastico in questione. Fornisce le planimetrie dei luoghi all’ASP e questa ne dà parere positivo. L’assessore Todero si affretta a contattare il dirigente scolastico della G. Verga per capire se il plesso è atto ad accogliere le 6 classi di scuola media. Data conferma da parte del dirigente si avviano le pratiche per la concessione dei locali a titolo gratuito per la formazione del PTA presso via Libertà. Noi chiediamo al sindaco come mai il dirigente non abbia fatto una riunione con tutti i genitori, sia quelli della scuola elementare che quelli della scuola media. Lui stesso dice che quella è stata una scelta del dirigente scolastico e che lui non ne conosce le motivazioni

(05.11.2012) Protesta da parte di un gruppo politico a supporto dei genitori al momento della firma della convenzione nei locali del municipio. Il risultato è che i ragazzi non verranno trasferiti prima della fine dell’anno scolastico così come già auspicato durante la riunione fatta con l’assessore Todero il 31.10.2012.

A nostro parere l’errore fatto dal  dirigente scolastico è stato quello di non comunicare, né ai professori né ai genitori la scelta fatta insieme all’amministrazione comunale. Per cui, come una frecciata, i genitori si sono trovati a dover fronteggiare il problema in tempi ristrettissimi. Non si può pensare di creare scompiglio agli studenti e di lasciarli al loro destino, visto che al momento sono i più deboli, ragion per cui stiamo valutando una o più alternative che possano essere propostae all’amministrazione comunale e che possano essere risolutive sotto tanti punti di vista. Mettere le sei classi di medie ricavando altrettante aule scolastiche a discapito di altri ambienti non può essere la soluzione al problema, per quanto possa essere “momentanea”. La scuola non è formata solo da aule ma anche da spazi all’interno dei quali gli studenti possano svolgere altre attività utili per la loro formazione. La nostra proposta sarà quella di valutare possibili luoghi che possano risultare idonei e la possibilità di crescita della popolazione scolastica.

Al tempo stesso pensiamo di non perdere la possibilità di avere un presidio assistenziale a Scordia, fermo restando che questo fosse integrativo e migliorativo rispetto alla situazione con il servizio di guardia medica. Vorremmo il diritto di verificare il progetto delle strutture e delle attrezzature per gli ambulatori che verranno realizzati. L’amministrazione comunale dal canto suo, in piena campagna elettorale, per motivi politici, nasconde i fatti all’intera comunità e firma in tutta fretta la delibera attuativa, senza tener conto della cittadinanza e dei doveri che si hanno verso questa. La popolazione andava avvertita in tempo.

Presto indiremo un’assemblea pubblica per chiarire meglio i fatti e decidere in comune accordo come portare avanti la problematica per risolverla.

Assurdo a Catania: consiglieri provinciali pagati come top manager

CATANIA – È in arrivo uno scandalo “Fiorito” anche qui?

Provincia Regionale di Catania

Rimborsi da top manager a dipendenti di coop e piccole aziende edili e artigiane, spese spropositate per missioni all’ estero e nel Nord Italia, fondi pubblici per oltre 215 mila euro scialacquati nell’ acquisto di t-shirt, bandierine, biglietti di auguri, spot televisivi e pacchetti di sms. Un’ inchiesta della Procura si abbatte sulla Provincia di Catania, surriscalda il clima elettorale e, per la prima volta da quando è scoppiata sprecopoli sull’ onda del Lazio-gate, allarga il campo degli enti sotto osservazione per gli sprechi anche oltre le Regioni. Dalle parti del centro direzionale di Tremestieri Etneo un Fiorito non c’ è, ma non mancano gli emuli.

Scandalo FioritoE promettono bene, a leggere le carte acquisite dalla Guardia di Finanza. Anche qui c’ è un capogruppo del Pdl in cima alla lista dei sospetti: si chiama Gianluca Cannavò, ha 34 anni, è di Acireale. Ed è un collezionista di rimborsi. A cominciare dai 6.400 euro mensili destinati al suo datore di lavoro per risarcire l’ assenza del dipendente, come previsto dalla legge. Peccato che, in questo caso, il datore di lavoro sia la stessa famiglia Cannavò, come risulta dalle visure e dalla biografia dello stesso esponente del Pdl. In pratica, Cannavò viene pagato due volte: con i gettoni da consigliere provinciale (oltre 2 mila euro) e con quelli che vanno alla sua azienda per l’ assenza. Più i rimborsi chilometrici (tremila euro nei primi nove mesi del 2012, anche se da Acireale a Catania ci sono 15 chilometri) e i 18 mila euro prelevati dai fondi per il suo gruppo consiliare, spesi nel 2011 per una serie di acquisti tra cui calendari, bandiere e display e la fornitura di “materiale tipografico augurale”. Sia chiaro: Cannavò è in buona compagnia. E soprattutto i rimborsi per i datori di lavoro sono finiti sotto la lente degli inquirenti.

La spesa, per questo genere di trasferimenti, è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni: dai 112 mila euro del 2006 ai 417 mila al 2012. Un’ impennata nei costi che ha portato il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, a segnalare lo strano fenomeno alla Guardia di Finanza. Il suo ente, nel 2011, ha pagato 70 mila euro alla piccola impresa edile “Paolo Basile” di Gravina di Catania per l’ assenza dal lavoro di Antonio Rizzo, consigliere provinciale del Pd. L’ impresa ha un organico di appena sei unità ma evidentemente tratta bene i suoi dipendenti, se di media prende oltre sei mila euro per compensarei mancati servizi di Rizzo. Poi c’ è Consolato Aiosa (Mpa) che fa avere all’ azienda per cui lavora 3.300 euro al mese. E l’ azienda in questione è una piccola impresa individuale, la Paolo Aiosa di Paternò. Un’ omonimia? No,i due Aiosa sono cugini. E la Provincia versa 4.400 euro al mese per il danno subito da un piccolo consorzio artigiano di Valverde, la Consart, che – almeno sulla carta – deve dare dunque uno stipendio da manager di serieA ad Antonio Danubio, consigliere dell’ Udc.

Ora, il sospetto-o forse qualcosa di più- è che ci siano abusi e truffe e che questi rimborsi finiscano nelle tasche degli stessi consiglieri o di parenti e amici. Alla Procura toccherà valutare se qualche azienda non sia stata addirittura creata in modo fittizio o se ci siano state promozioni e nomine mirate solo ad ottenere più contributi dall’ ente. E’ una piaga che si riapre, quella dei rimborsi ai datori di lavoro: casi analoghi, negli anni scorsi, erano esplosi al Comune di Palermo: nel 2006 andò agli archivi, fra l’ altro, la storia di un consigliere di Sala delle Lapidi, Mario Tinervia che prendeva rimborsi per uno studio da odontoiatra il cui titolare era il fratello Giuseppe.

Ma di questi tempi fa particolare rumore, l’ inchiesta catanese. Anche perché alcuni protagonisti sono candidati alle Regionali: in primis Cannavò, che corre nella coalizione che sostiene Musumeci. Castiglione è tranquillo: «Io credo che qualche abuso ci sia stato e le cifre della spesa meritano un approfondimento – afferma – ma credo, o meglio spero, che non sia stata violata la legge». Chissà. Intanto nei faldoni acquisiti dalla Guardia di Finanza sono finite pure le spese per le missioni. Trecentomila euro l’ anno, più o meno la stessa cifra impegnata dall’ Ars. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno portato via i documenti che riguardano nove consiglieri provinciali di tutti i partiti: il presidente Giovanni Leonardi (Mpa) ha messo insieme 19 missioni, fra cui una a Barcellona, mentre Antonio Tomarchio (Comunisti-Idv) ha viaggiato dieci volte a spese dell’ ente, raggiungendo anche Amsterdam in un’ occasione. Tutta attività istituzionale? Sarà la magistratura ad accertarlo. E l’ inchiesta dovrà verificare anche le cifre dei rimborsi chilometrici, altro filone di spesa incontrollato: 15 mila euro in un anno per Sergio Gruttadauria (Mpa), di Caltagirone, e 12 mila per Giacomo Porrovecchio (Comunisti-Idv), residente a Grammichele. La Provincia di Catania ha speso 164 mila euro, nel 2011, per i rimborsi chilometrici. E il sospetto, anche in questo caso,è che qualcuno abbia autocertificato qualche spostamento in più.

Cannavò è stato coinvolto anche in altri episodi elettorali di “dubbio gusto”:

Catania, la campagna elettorale con la carta intestata della Provincia. ‘Inciampano’ Cannavo’(Pdl) e Galletta(Pd)

Sullo stessa tema consigliamo anche il seguente articolo:
http://livesicilia.it/2012/10/04/provincia-di-catania-tutti-i-rimborsi/ 

viaI consiglieri provinciali pagati come top manager – La Repubblica.

Ecco in dettaglio perchè la Municipale non interviene contro i posteggiatori abusivi

Posteggiatori e polizia municipale

Posteggiatori abusivi e polizia municipale

Vi garantiamo la qualità della fonte che ci ha fornito queste spiegazioni.

Dunque, la faccenda dei posteggiatori abusivi non è semplice come possa sembrare, e anche se un reale controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine sicuramente scoraggia il fenomeno, dal punto di vista giuridico invece c’è la necessità di alcuni chiarimenti.

Innanzitutto bisogna fare riferimento all’art 7 c.15-bis C.d.S., che punisce con oltre 700 euro di verbale chi esercita l’attività di parcheggiatore abusivamente. Questa è una sanzione pecuniaria amministrativa che comunque non si esaurisce in se stessa.

Infatti se viene fatto uso di minori la sanzione pecuniaria raddoppia, e se i minori sono di età inferiore a 14 anni allora dovrebbe scattare anche una denuncia penale  per sfruttamento minorile. E ancora, se il parcheggiatore è abusivo e ha avuto degli introiti da questa attività, vuol dire che ha guadagnato dei soldi in nero, e quindi ci sta anche una bella denuncia per evasione fiscale (la Guardia di Finanza in passato qualche volta l’ha fatto).

Scavando nelle leggi si potrebbero trovare anche altre ipotesi sanzionatorie affiancabili all’art. 7 c.15-bis C.d.S., ma rimane comunque il problema principale: l’art. 7 c.15-bis  è inapplicabile per tutti quelli che comunemente noi definiamo “parcheggiatori abusivi”.

Spieghiamo meglio: per il Codice della Strada non è assolutamente prevista la figura del posteggiatore su suolo pubblico (il posteggiatore non esiste), e quindi diventa arbitraria anche la definizione di posteggiatore abusivo.

Ciò a cui fa riferimento l’art. 7 c.15-bis è quindi il posteggiatore che, senza averne titolo, esercita la sua attività in un area di parcheggio (secondo la definizione dell’art. 3 C.d.S.) privata (anche se non necessariamente di sua proprietà).

Facciamo un esempio: tra la via Crispi e la via San Giorgio dei Genovesi, alle spalle del Conservatorio “V. Bellini”, c’è una di queste aree di parcheggio. E’ un’area recintata, chiusa, e ognuno entra lì con la propria macchina e paga i tizi che  stanno in un casotto di legno. Bene, se quest’area non ha le opportune destinazioni d’uso catastali, se chi la gestisce non ha una partita I.V.A. e non paga le tasse, e soprattutto se non ci sono le necessarie autorizzazioni rilasciate dal Comune di Palermo (come per qualsiasi altra attività), allora possiamo sicuramente dire che quei signori “esercitano abusivamente l’attività di parcheggiatore o guardamacchine”, e quindi sono passibili dell’applicazione dell’articolo 7 comma 15-bis del Codice della Strada.

Il posteggiatore che invece ti chiede i soldi a piazza Castelnuovo, in via Spinuzza, a Mondello, o in qualsiasi via, piazza, o area pubblica e di pubblico accesso, NON possiamo comunque considerarlo un posteggiatore, né regolare né abusivo.

Si dirà: ma i vigili urbani hanno fatto e fanno tanti di questi verbali ai posteggiatori di strada. Di questi verbali non ne viene pagato mai nemmeno uno!

E questo non solo perché la maggior parte di questi posteggiatori abusivi risultano nullatenenti con diverse migliaia di euro di sanzioni non pagate sulle spalle di cui se ne fregano beatamente, ma anche perché, giuridicamente, se un posteggiatore multato facesse ricorso al Giudice di Pace sostenendo che il poliziotto l’ha fermato e multato mentre lui in realtà era  sul marciapiede che passeggiava per i fatti suoi in qualità di pedone, quel poliziotto non avrà nulla per dimostrare il contrario. Anzi, si dovrebbe preoccupare per una denuncia per “abuso di potere”!

Riassumendo: se la Legge non riconosce la figura del posteggiatore autorizzato sulla pubblica via, sulla pubblica via il poliziotto non può accusare chicchessia di esercitare abusivamente (ovvero senza autorizzazione) tale professione.

Diverso invece è il caso in cui il posteggiatore di strada si avvicina all’automobilista che ha appena parcheggiato e pretende i soldi(foss’anche solo un centesimo). In questo caso scatta la fattispecie giuridica dell’estorsione.

A questo punto scordiamoci il Codice della Strada, perché stiamo parlando di un reato, ovvero di una violazione del Codice Penale. E l’estorsione spesso è associata o associabile ad un altro reato, e cioè leminacce, ovvero quando il posteggiatore” (o, meglio, l’estorsore), con le parole, gesti, atteggiamenti o altro, fa temere all’automobilista la concreta possibilità di subire danni futuri (foss’anche solo una gomma bucata) se non riceve i soldi richiesti.

Ma c’è un ma… Questi reati, sebbene molto più gravi della violazione dell’art. 7 c. 15-bis del C.d.S., sono perseguibili su querela della parte lesa.

Facciamo anche qui un esempio. Supponiamo che un cittadino si rechi da un vigile lamentadosi di un posteggiatore abusivo che gli ha chiesto e preteso 5 euro per parcheggiare la sua auto, alludendo ovviamente a qualche brutta sorpresa nel caso in cui l’obolo non venga pagato. Il poliziotto allora avrà l’obbligo di identificare la persona che quel cittadino gli indicherà, denunciarlo all’A.G. per estorsione e minacce nei confronti di quella persona (parte lesa). Questo iter però è procedibile SOLO se la parte lesa sporge querela verso il tizio indicato, descrivendo lo svolgersi dei fatti che costituiscono reato. In sostanza, occorrerà che il cittadino si esponga in prima persona e denunci l’accaduto.

Bene, questa la realtà giuridica. Questa invece è la realtà dei fatti: su decine di casi in cui i cittadini hanno chiesto aiuto al vigile lamentadosi del posteggiatore abusivo, mai nessuno ha voluto andare fino in fondo, per paura di ritorsioni. In tal caso il vigile, stando alla normativa sopra descritta, si ritrova con le mani legate.

Quest’ultimo (il vigile) si ritorverebbe a denunciare lo zio Pinuzzo di via Spinuzza per avere estorto dei soldi… a chi?

O per avere minacciato… chi?

Ogni tanto c’è qualcuno che ha abbastanza senso civico da metterci la faccia e procedere senza tirarsi indietro. Ma, ci assicurano, sono casi talmente sporadici che quando accadono ci fanno un articolo sul Giornale di Sicilia.

Va ricordato che tutti gli agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria hanno l’obbligo di intervenire ogni qualvolta abbiano contezza di una violazione di legge, e questo indipendentemente dal fatto che siano nel loro turno di servizio, o ferie, o a passeggio per fatti loro, in divisa, o con abiti civili, o vestiti da Batman durante una sfilata di carnevale! Questo dice la Legge.

Detto questo però, poiché ci sono alcuni reati che sono perseguibili solo su querela di parte, in quei casi è sempre necessaria una denuncia.

Se per esempio, qualcuno ci minaccia di “romperci tutte le corna che abbiamo in testa”, l’agente può procedere solo se noi contestualmente facciamo la nostra bella denuncia. E questo indipendentemente dal fatto che l’ipotetico reato sia avvenuto in presenza dell’agente (flagranza) o meno.

La ratio legis di questa disposizione è quella di evitare che poi, davanti al Giudice, noi possiamo sostenere che in realtà la persona arrestata dal poliziotto è un nostro caro amico, e che la frase minacciosa che l’agente ha sentito proferire è in realtà un nostro abituale saluto confidenziale…

In sostanza è un modo per cautelare la polizia da eventuali combine tra estorsore ed estorto o dietrofront improvvisi della parte lesa o, infine, da improbabili fraintendimenti da parte dell’agente in servizio.

viaEcco in dettaglio perchè la Municipale non interviene contro i posteggiatori abusivi | Mobilita Palermo.

Niscemi, sequestrato il Muos!

IL REATO IPOTIZZATO: ‘VIOLAZIONE SULLE LEGGI AMBIENTALI’

Niscemi, sequestrato il ‘Muos’: cinque indagati

MUOS - Niscemi

MUOS – Niscemi

6 ottobre 2012 – Nello stesso giorno della manifestazione nazionale è stato sequestrato il Muos di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, il sistema di comunicazioni satellitari gestito dal Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti. L’impianto di Contrada Ulmo è costruito all’interno della riserva naturale orientata “Sughereta di Niscemi”, area di inedificabilità assoluta e sito di interesse comunitario.

Il provvedimento è stato emesso dal Gip su richiesta della Procura di Caltagirone, a conclusione di indagini avviate nel luglio del 2011. Disposto il sequestro preventivo dell’area e degli impianti del sistema di comunicazioni “Mobile usaer objective sistem” (Muos) della stazione “Naval radio transmitter facility” (Nrtf).

Sono state accertate violazioni delle prescrizioni fissate dal decreto istitutivo dell’area protetta, attraverso consulenze tecniche e acquisizione di atti e documenti presso la Regione siciliana. Secondo fonti vicine alla Procura ci sarebbero cinque indagati. Il reato ipotizzato è violazione sulle leggi ambientali. Al vaglio dell’autorità giudiziaria anche altri aspetti.

L’esecuzione del provvedimento è stata affidata ai carabinieri e alla polizia municipale che si sono avvalsi della compagnia carabinieri di Sigonella e del comandante del 41esimo stormo dell’Aeronautica militare di stanza a Signonella.

Dicci cosa ne pensi, lasciate un commento!

viaNiscemi, sequestrato il ‘Muos’: cinque indagati | Quotidiano Sicilia.

Strafottenza o maleducazione? Parcheggio selvaggio.

Camminando per Scordia chi non si è mai imbattuto in una scena come quella rappresentata nella foto?!

Parcheggio Selvaggio a Scordia

Parcheggio Selvaggio a Scordia

Capita spesso ormai di girare per il paese e trovare in delle vie secondarie e poco transitate, macchine parcheggiate per molto tempo in mezzo alla strada, bloccando l’intera via e costringendo gli altri mezzi a deviazioni.

Mancanza di senso civico? Maleducazione? In questi casi sarebbe bastato andare a cercare un parcheggio ma evidentemente il proprietario dell’auto aveva troppa fretta.