Assurdo a Catania: consiglieri provinciali pagati come top manager

CATANIA – È in arrivo uno scandalo “Fiorito” anche qui?

Provincia Regionale di Catania

Rimborsi da top manager a dipendenti di coop e piccole aziende edili e artigiane, spese spropositate per missioni all’ estero e nel Nord Italia, fondi pubblici per oltre 215 mila euro scialacquati nell’ acquisto di t-shirt, bandierine, biglietti di auguri, spot televisivi e pacchetti di sms. Un’ inchiesta della Procura si abbatte sulla Provincia di Catania, surriscalda il clima elettorale e, per la prima volta da quando è scoppiata sprecopoli sull’ onda del Lazio-gate, allarga il campo degli enti sotto osservazione per gli sprechi anche oltre le Regioni. Dalle parti del centro direzionale di Tremestieri Etneo un Fiorito non c’ è, ma non mancano gli emuli.

Scandalo FioritoE promettono bene, a leggere le carte acquisite dalla Guardia di Finanza. Anche qui c’ è un capogruppo del Pdl in cima alla lista dei sospetti: si chiama Gianluca Cannavò, ha 34 anni, è di Acireale. Ed è un collezionista di rimborsi. A cominciare dai 6.400 euro mensili destinati al suo datore di lavoro per risarcire l’ assenza del dipendente, come previsto dalla legge. Peccato che, in questo caso, il datore di lavoro sia la stessa famiglia Cannavò, come risulta dalle visure e dalla biografia dello stesso esponente del Pdl. In pratica, Cannavò viene pagato due volte: con i gettoni da consigliere provinciale (oltre 2 mila euro) e con quelli che vanno alla sua azienda per l’ assenza. Più i rimborsi chilometrici (tremila euro nei primi nove mesi del 2012, anche se da Acireale a Catania ci sono 15 chilometri) e i 18 mila euro prelevati dai fondi per il suo gruppo consiliare, spesi nel 2011 per una serie di acquisti tra cui calendari, bandiere e display e la fornitura di “materiale tipografico augurale”. Sia chiaro: Cannavò è in buona compagnia. E soprattutto i rimborsi per i datori di lavoro sono finiti sotto la lente degli inquirenti.

La spesa, per questo genere di trasferimenti, è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni: dai 112 mila euro del 2006 ai 417 mila al 2012. Un’ impennata nei costi che ha portato il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, a segnalare lo strano fenomeno alla Guardia di Finanza. Il suo ente, nel 2011, ha pagato 70 mila euro alla piccola impresa edile “Paolo Basile” di Gravina di Catania per l’ assenza dal lavoro di Antonio Rizzo, consigliere provinciale del Pd. L’ impresa ha un organico di appena sei unità ma evidentemente tratta bene i suoi dipendenti, se di media prende oltre sei mila euro per compensarei mancati servizi di Rizzo. Poi c’ è Consolato Aiosa (Mpa) che fa avere all’ azienda per cui lavora 3.300 euro al mese. E l’ azienda in questione è una piccola impresa individuale, la Paolo Aiosa di Paternò. Un’ omonimia? No,i due Aiosa sono cugini. E la Provincia versa 4.400 euro al mese per il danno subito da un piccolo consorzio artigiano di Valverde, la Consart, che – almeno sulla carta – deve dare dunque uno stipendio da manager di serieA ad Antonio Danubio, consigliere dell’ Udc.

Ora, il sospetto-o forse qualcosa di più- è che ci siano abusi e truffe e che questi rimborsi finiscano nelle tasche degli stessi consiglieri o di parenti e amici. Alla Procura toccherà valutare se qualche azienda non sia stata addirittura creata in modo fittizio o se ci siano state promozioni e nomine mirate solo ad ottenere più contributi dall’ ente. E’ una piaga che si riapre, quella dei rimborsi ai datori di lavoro: casi analoghi, negli anni scorsi, erano esplosi al Comune di Palermo: nel 2006 andò agli archivi, fra l’ altro, la storia di un consigliere di Sala delle Lapidi, Mario Tinervia che prendeva rimborsi per uno studio da odontoiatra il cui titolare era il fratello Giuseppe.

Ma di questi tempi fa particolare rumore, l’ inchiesta catanese. Anche perché alcuni protagonisti sono candidati alle Regionali: in primis Cannavò, che corre nella coalizione che sostiene Musumeci. Castiglione è tranquillo: «Io credo che qualche abuso ci sia stato e le cifre della spesa meritano un approfondimento – afferma – ma credo, o meglio spero, che non sia stata violata la legge». Chissà. Intanto nei faldoni acquisiti dalla Guardia di Finanza sono finite pure le spese per le missioni. Trecentomila euro l’ anno, più o meno la stessa cifra impegnata dall’ Ars. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno portato via i documenti che riguardano nove consiglieri provinciali di tutti i partiti: il presidente Giovanni Leonardi (Mpa) ha messo insieme 19 missioni, fra cui una a Barcellona, mentre Antonio Tomarchio (Comunisti-Idv) ha viaggiato dieci volte a spese dell’ ente, raggiungendo anche Amsterdam in un’ occasione. Tutta attività istituzionale? Sarà la magistratura ad accertarlo. E l’ inchiesta dovrà verificare anche le cifre dei rimborsi chilometrici, altro filone di spesa incontrollato: 15 mila euro in un anno per Sergio Gruttadauria (Mpa), di Caltagirone, e 12 mila per Giacomo Porrovecchio (Comunisti-Idv), residente a Grammichele. La Provincia di Catania ha speso 164 mila euro, nel 2011, per i rimborsi chilometrici. E il sospetto, anche in questo caso,è che qualcuno abbia autocertificato qualche spostamento in più.

Cannavò è stato coinvolto anche in altri episodi elettorali di “dubbio gusto”:

Catania, la campagna elettorale con la carta intestata della Provincia. ‘Inciampano’ Cannavo’(Pdl) e Galletta(Pd)

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http://livesicilia.it/2012/10/04/provincia-di-catania-tutti-i-rimborsi/ 

viaI consiglieri provinciali pagati come top manager – La Repubblica.