Denuncia

Arriva l’inverno

Abbiamo chiesto la pulizia delle caditoie a Scordia, il sindaco dopo tanto (troppo) tempo ci ha risposto. Ma ancora non va bene.

“Il M5S di Scordia ha raccolto le istanze e le richieste dei cittadini e delle cittadine, che lamentano una mancata cura e manutenzione del sistema fognario e della pulitura delle caditoie in tutto il paese di Scordia. La mancata manutenzione di questo servizio, che deve essere necessariamente erogato ai cittadini, preoccupa non poco. Negli ultimi anni le piogge devastanti hanno provocato seri problemi a cose private e a strade pubbliche poiché, dopo poche gocce di pioggia, le strade si trasformano in fiumi torrenziali che, con la forza dell’acqua, distruggono, molto spesso, la pavimentazione e il manto stradale. Uno dei motivi per cui accade tutto questo, si sa, è dovuto alla la mancata manutenzione, alla pulizia delle caditoie e alla chiusura di molte di esse, lungo le strade. Quando vi sono danni si deve ricorrere al reperimento di fondi economici extra per il recupero e il ripristino delle infrastrutture, con ulteriore aggravio economico per i cittadini e con ulteriori disagi, finché i lavori non vengono portati a termine.

Il M5S di Scordia
C H I E D E

– che le risorse economiche vengano utilizzate per la prevenzione dei danni così da eliminare anche i successivi e ulteriori disagi per la cittadinanza;
– che anche per questo tipo di servizio si debba denunciare chi non svolge appieno il proprio mandato o servizio, amministrativo e operativo;
– che vengano rispettati gli appalti e le sanzioni dovute al mancato servizio;
– che si risponda con mail a Movimento 5 Stelle, info@scordia5stelle.it.

Si fa presente che in mancanza di risposta e di interventi che volgono alla risoluzione del problema si passerà alla comunicazione ed inoltro della stessa presso la Procura delle Repubblica.
Ci si augura che si intervenga presto e prima che avvengano seri incidenti a persone e cose.”

QUESTA LA RISPOSTA DEL SINDACO:

riscontro manutenzione caditoie

Ladroni a 5 stelle, beccati con le mani nel sacco!

Beccati. Finalmente li hanno presi con le mani nel sacco. Ecco cosa nascondono i 5Stelle, ecco perché Grillo e Casaleggio han fondato il MoVimento, ecco perché i grillini fanno politica: per fare soldi. La scoperta la dobbiamo ai segugi di Repubblica, che in due giorni han piazzato altrettanti scoop mica da ridere. I titoli parlano da sé: “Una pioggia di euro dagli spot sul blog, ecco la miniera d’oro di Beppe e Casaleggio”, “Le ombre nel bilancio dei grillini al Senato”. Hai capito quei ladroni? Zitti zitti, mentre tuonano contro i finanziamenti pubblici ai partiti, accumulano un tesoro nella grotta di Alì Babà. Come fanno? Semplice. Il nababbo Gianroberto Casaleggio, la cui società che edita il blog di Grillo (il 77° d’Italia) è sempre andata in perdita e nel 2012 racimolò un utile di 69.500 euro, incassa soldi a palate dalle pubblicità, pagate dagli inserzionisti un tot ogni mille clic. Quanto? Secondo il Sole 24 Ore 5 euro. Secondo il titolo di Repubblica 0,92 euro; secondo l’articolo di Repubblica 0,64 euro. Per un totale annuo di 5-10 milioni secondo il Sole, di 570 mila euro secondo Repubblica. Se ne saprà di più il mese prossimo, quando sarà pubblicato il bilancio 2014 sul 2013 (“sarà molto migliore del 2013”, ha anticipato il guru). È vero che non conterrà il dato scomposto del blog di Grillo; ma, essendo questo la principale attività della società, si capirà se l’ordine di grandezza è quello indicato dal quotidiano della Confindustria o da Repubblica. Nel primo caso, sarebbero un bel po’ di soldi (peraltro legittimi, per giunta privati). Nel secondo, saremmo poco sopra l’accattonaggio. In ogni caso, la domanda sorge spontanea: siccome è assolutamente pacifico e dichiarato che il blog di Grillo, come peraltro tutti i siti web di questo mondo, si finanzia con gli spot, dove sarebbe il “mistero” dei finanziatori? Basta aprirlo e vedere chi sono gli inserzionisti. Non c’è nulla di meno misterioso di un’inserzione pubblicitaria. Si dirà: ma il blog di Grillo è l’organo ufficiale di un movimento politico. Verissimo. Esattamente come l’Unità ed Europa per il Pd, la Padania per la Lega, e così via (Forza Italia non ne ha bisogno). Ma con due lievi differenze. 1) I giornali di partito incassano fior di milioni dallo Stato, cioè da tutti i cittadini, compresi quelli che non si sognerebbero mai di votare per quei partiti, e senza quella “pioggia di euro”, quella “miniera d’oro”, fallirebbero all’istante; in più, sulla carta e sul web, fanno pubblicità e incassano altri soldi da inserzionisti privati. Secondo: nessuno mena scandalo per tutto ciò, nessuno pubblica “inchieste” sulla “pioggia di euro” e la “miniera d’oro” degli house organ dei partiti.

Soldi movimento 5 stelle beppe grillo

Ma attenzione: ora, sempre grazie a Repubblica, conosciamo pure “le ombre nel bilancio dei grillini al Senato”. Quali? Tenetevi forte: “affitti da 2 mila euro al mese ai dipendenti della comunicazione” (il prezzo medio di un trilocale al centro di Roma), “pranzo da 6,71 euro consumato il 6 giugno dal senatore Lucidi ”nel ristorante di Palazzo Madama” e soprattutto, scandalo degli scandali, “buffet in onore di Beppe Grillo che l’11 luglio 2013 tenne una conferenza stampa al Senato”, roba da “114 euro” per 55 persone (il capo e 54 senatori), cioè 2 euro a testa, mica bruscolini. Ed ecco la prova che c’era qualcosa da nascondere: nel rendiconto “per uso interno”, il sardanapalesco banchetto fu registrato come “acquisto di panini e bibite per accoglienza Grillo”, mentre in quello pubblico c’è scritto “spese di rappresentanza”. Capita la furbata? Dopodiché, astuti come volpi, i 5Stelle potevano papparsi 42 milioni di rimborsi elettorali, invece li hanno lasciati allo Stato; ogni tre mesi potrebbero intascarsi 2,5 milioni non spesi fra diarie e indennità, invece li versano in un fondo per le piccole imprese; potevano pure spartirsi i 420 mila euro avanzati dai contributi raccolti nella campagna elettorale 2013, invece li hanno devoluti ai terremotati dell’Emilia. Ma il movente è chiaro: farsi una gazzosa da 2 euro con Grillo alla facciazza degli italiani. Sporcaccioni.

Da Il Fatto Quotidiano del 27 Aprile 2014

LA FOLLIA DA 1 MILIARDO

LA FOLLIA DA 1 MILIARDO

Il 24 Aprile 2014 in aula si è consumato l’inciucio “alla siciliana” più grande della storia, una cosa così non si era mai vista prima. A confronto le larghe intese di Renzie sono giochetti da condominio.
Vi racconto tutto:
il governo Crocetta ha portato in aula il famigerato disegno di legge per far contrarre alla Regione un mutuo da 1 miliardo di euro per pagare i debiti contratti con le multinazionali dei farmaci, questo mutuo prevede una durata di 30 anni e deve essere pagato con rate da 50 milioni di euro all’anno, le coperture, manco a dirlo, vengono prese da IRPEF e IRAP, cioè le tasse a cittadini e imprese, che vengono aumentate al massimo sempre per 30 anni.

Hanno ammazzato il nostro futuro, ma stavolta sappiamo chi sono i colpevoli.

Il M5S ha proposto coperture alternative come il taglio alle pensioni e agli stipendi d’oro della Regione, avremmo recuperato, dati alla mano, circa 45 milioni di euro all’anno.
Abbiamo proposto almeno di bloccare le cartelle esattoriali di Riscossione Sicilia per le aziende che vantano crediti nei confronti della Regione.
Niente da fare, ci dicono che è incostituzionale (peccato che grazie a Mattia Fantinati del M5S questo sia già legge dello Stato e quindi se si può fare a Roma lo possiamo fare anche noi in Regione, tranquilli ci ritorneremo).
Alla fine di tutto la cosa più vergognosa è stata la votazione finale che ha approvato questa follia ammazza futuro, infatti hanno votato a favore non solo PD, UDC, LISTA CROCETTA, DRS e ART.4 che compongono la maggioranza, ma anche i partiti di opposizione di destra FORZA ITALIA, NCD, GRANDE SUD e CANTIERE POPOLARE. La più variegata forma di inciucio che si sia mai vista!
Ci sarà molto da lavorare per riparare a questo danno, ma lo sapevamo, siamo in guerra!
Non saranno tutti uguali, ma sicuramente fanno tutti schifo allo stesso modo.
In alto i cuori, riprendiamoci la Sicilia!

miliardo

Quale cambiamento? #TamboneStaiSereno

tamboneStaiSereno

…“Unisciti al Cambiamento”… ma quale?

 

Sono passati molti mesi dalle promesse da campagna elettorale per le amministrative 2013.

Cosa è rimasto di quel periodo?

Un periodo sicuramente positivo per quella che è l’idea politica del MoVimento 5 stelle, tutte le forze partecipanti, infatti, hanno fatto riferimento ai cardini del MoVimento: Partecipazione, Trasparenza, Taglio alle spese pubbliche.

Spesso sono stati utilizzati i termini come “PORTAVOCE”, ma quanto è vicina la politica scordiense alla cittadinanza?

Alle parole purtroppo non sono seguiti i fatti, e su questo l’amministrazione ha colpe gravissime che pesano come macigni! Forse non si è capito bene che il termine “PORTAVOCE” non è un contenitore vuoto che può essere riempito a piacimento, ma è un atto di responsabilità, un impegno preso con gli elettori che vale al di là delle difficoltà di tutti i giorni.

PORTAVOCE significa portare la voce dei cittadini all’interno delle istituzioni, il che presuppone di stare in mezzo alla gente, renderli partecipi, confrontarsi con loro, mettere le proprie idee in confronto con le idee dei cittadini per farne una sintesi unitaria.

IN TUTTO CIÒ L’AMMINISTRAZIONE OGGI RISULTA FALLIMENTARE

  1. PRIMA promessa del primo cittadino: ‘’BISOGNA METTERE MANO AL PORTAFOGLIO. NON SOLO IO MA L’INTERA MIA GIUNTA CI RIDURREMO LO STIPENDIO PER COSTITUIRE UN FONDO DI SOLIDARIETA’“.
    Che fine ha fatto questa promessa? Quanto ha messo ‘’da parte” l’Amministrazione in questo periodo? È stato costituito il fondo? A quanto ammonta? Per cosa viene utilizzato?– NIENTE DI NIENTE.
  2. SECONDA promessa del primo cittadino: ‘’SIAMO IL VENTO DEL CAMBIAMENTO‘’.
    Che cosa significa? In un’Amministrazione dove il 70% della politica è svolta dalla dirigenza, dov’è il cambiamento se la dirigenza è la stessa delle precedenti amministrazioni Agnello 1, Agnello 2, a parte qualche dimissione o pensionamento? – ALTRA PROMESSA NON MANTENUTA
  3. TERZA promessa del primo cittadino: ‘’SIAMO PER UNA POLITICA EFFICIENTE, SIAMO PRONTI A PRENDERCI LE NOSTRE RESPONSABILITÀ‘’.

Come si fa ad essere responsabili se CHI SBAGLIA NON PAGA? Com’è possibile che noi cittadini veniamo tartassati da sentenze, da multe, da morosità e nessun politico o dirigente viene punito?

Com’è possibile che passa sottotono un dramma ambientale come l’inquinamento al Parco Cava?

Che fine ha fatto il PTA (l’isola che non c’è) e perché la cittadinanza non è stata informata sull’abbandono di questo progetto iniziato dal sindaco Agnello?

VERGOGNA!

Come MOVIMENTO 5 STELLE SCORDIA, abbiamo preso l’impegno davanti ai cittadini di non smettere di fare POLITICA sin dall’indomani delle elezioni. Questo impegno stiamo cercando di mantenerlo al di là delle nostre difficoltà, sia con interventi di proposta (vedi Strategia “Rifiuti Zero”) sia con interventi di opposizione.

Noi siamo portavoce di quei cittadini che sono stanchi di una politica fatta di bugie e di prese in giro collettive.

“Cento giorni e se non vedrete cambiamenti andremo tutti a casa”, diceva l’allora candidato Sindaco. Ma fino ad oggi solo sfilate, passerelle e poco altro!

CARA AMMINISTRAZIONE VI CHIEDIAMO A NOME DI SCORDIA UN ATTO DI CORAGGIO.

O INCOMINCIATE A MANTENERE LE PROMESSE O, CON TUTTA UMILTÀ, FATEVI DA PARTE! VIVIAMO UN PERIODO DRAMMATICO CHE NECESSITA DI UN CAMBIO DI ROTTA. BASTA CON LE FALSE PROMESSE DA CAMPAGNA ELETTORALE, PASSIAMO AI FATTI!    

A riveder le stelle. ‪#‎tambonestaisereno.  

LA GUERRA SPORCA AGLI ENTI LOCALI

di Marco Bersani (Attac Italia)

  1. La querelle nata in questi mesi – e divenuta drammatica in questi giorni- intorno al decreto cosiddetto “Salva Roma”, dimostra come uno dei nodi cruciali della guerra alla società, dichiarata dalle lobby finanziarie con la trappola della crisi del debito pubblico, veda da subito al centro gli enti locali, i loro beni e servizi, il loro ruolo. Infatti, poiché l’enorme massa di ricchezza privata prodotta dalle speculazioni finanziarie, che ha portato alla crisi globale di questi anni, ha stringente necessità di trovare nuovi asset sui quali investire, è intorno ai beni degli enti locali che le mire sono ogni giorno più che manifeste.
  2. Già nel rapporto “Guadagni, concorrenza e crescita”, presentato da Deutsche Bank nel dicembre 2011 alla Commissione Europea, si scriveva a proposito del nostro Paese : “ (..) I Comuni offrono il maggior potenziale di privatizzazione. In una relazione presentata alla fine di settembre 2011 dal Ministero dell’ Economia e delle Finanze si stima che le rimanenti imprese a capitale pubblico abbiano un valore complessivo di 80 miliardi di euro (pari a circa il 5,2% del PIL). Inoltre, il piano di concessioni potrebbe generare circa 70 miliardi di entrate. E questa operazione potrebbe rafforzare la concorrenza. (..) Particolare attenzione deve essere prestata agli edifici pubblici. La Cassa Depositi e Prestiti dice che il loro valore totale corrente arriva a 421 miliardi e che una parte corrispondente a 42 miliardi non è attualmente in uso. Per questa ragione potrebbe probabilmente essere messa in vendita con relativamente poco sforzo o spesa. Dal momento che il settore immobiliare appartiene in gran parte ai Comuni, il governo dovrebbe impostare un processo ben strutturato in anticipo. (..) Quindi, secondo le informazioni ufficiali, il patrimonio pubblico potrebbe raggiungere in valore complessivo di 571 miliardi, vicino al 37% del PIL. Naturalmente, il potenziale può anche essere ampliato.”
  3. La spoliazione degli enti locali è naturalmente avviata da almeno un quindicennio e vi hanno concorso diversi fattori. Il primo è stato il Patto di Stabilità e Crescita interno, ovvero le diverse misure, annualmente stabilite, per far concorrere gli enti locali agli obiettivi di stabilità finanziaria decisi dallo Stato in accordo con l’Unione Europea. Quel patto ha visto in una prima fase una durissima contrazione delle possibilità di assunzione del personale da parte degli enti locali, riducendone drasticamente la qualità del servizio e contribuendo in questo modo a costruire una campagna ideologica sull’inefficienza del “pubblico”; in un secondo momento è finita sotto attacco la possibilità e la capacità di investimento da parte degli enti locali che, con l’alibi di non doversi indebitare, sono stati costretti e ridurre al lumicino le opere da realizzare; infine, nell’attualità, perfino la capacità di spesa corrente trova draconiane limitazioni, mettendo definitivamente a rischio il funzionamento stesso degli enti locali. Classificati da ora in avanti in “virtuosi” e “non virtuosi”, gli enti locali saranno costretti, per entrare nella prima categoria, ad aumentare le tasse locali e le tariffe, a ridurre ulteriormente l’occupazione, a dismettere il patrimonio pubblico e a privatizzare i servizi pubblici locali.
  4. Il secondo fattore è dovuto alla spending review, ovvero i drastici tagli lineari che, anziché riorganizzare la spesa eliminando gli sprechi e le corruttele, comportano un’automatica riduzione di tutti i servizi erogabili senza alcuna scala di priorità e senza la benché minima programmazione. Il terzo fattore è stata l’approvazione del Fiscal Compact, ovvero l’obiettivo sottoscritto in sede europea di portare entro venti anni al 60% il rapporto debito/pil che oggi è pari al 133% . Ciò significa annualmente una riduzione secca di tale rapporto del 3,3% , con un costo di oltre 50 miliardi/anno. Se a questo si aggiunge l’introduzione del pareggio di bilancio nella Costituzione –di fatto, la costituzionalizzazione della dottrina liberista- il quadro è decisamente chiaro.
  5. La tesi qui sostenuta è che l’attacco agli enti locali sia sistemico e abbia come ultimo obiettivo la scomparsa della funzione pubblica e sociale dell’ente locale, come sin qui lo abbiamo conosciuto, trasformandone il ruolo da erogatore di servizi per la collettività a facilitatore dell’espansione della sfera di influenza dei capitali finanziari e da garante dell’interesse collettivo a sentinella del controllo sociale delle comunità. Una trasformazione autoritaria necessaria per permettere, attraverso la drastica riduzione della democrazia di prossimità, la totale spoliazione dei beni comuni delle comunità locali. Per queste ragioni, l’ente locale è destinato a diventare uno dei luoghi fondamentali dello scontro sociale nei prossimi mesi.
  6. L’insieme di draconiane misure nei confronti degli enti locali ha un unico scopo: metterli con le spalle al muro dal punto di vista economico per persuaderli/obbligarli ad un gigantesco percorso di espropriazione e di privatizzazione, consegnandone beni e patrimonio alle lobby bancarie e finanziarie Un processo che avviene attraverso diversi ma convergenti percorsi. Cosa posseggono infatti gli enti locali? Territorio, patrimonio e servizi, ed è su questi che si sta giocando, e sempre più lo si farà nel prossimo periodo, la guerra contro la società.
  7. Il territorio è da tempo strumento di valorizzazione finanziaria, in due diverse modalità di scala. La prima attraverso la continua cementificazione del suolo, favorita da una norma, da anni reiterata in Parlamento, che consente di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente dei Comuni : in pratica, anche solo per garantire l’ordinario funzionamento dell’ente locale, gli amministratori sono invogliati a consegnare porzioni di territorio alla speculazione immobiliare, arrivando al paradosso che, mentre fino a qualche anno fa erano i costruttori a fare la questua negli uffici comunali per ottenere cambi di destinazione d’uso di terreni, oggi sono i sindaci a inseguire i costruttori per poter firmare convenzioni che consentano di mettere in cassa i relativi oneri. La seconda è quella dei grandi eventi e delle grandi opere : che siano basi militari (Muos di Catania, Dal Molin di Vicenza), che siano mega-progetti infrastrutturali (Tav, Ponte sullo stretto, 35 nuovi progetti autostradali) o “eventi” (Giubileo di Roma, Expo di Milano), l’unico obiettivo è la consegna del territorio alla valorizzazione finanziaria e alla speculazione immobiliare.
  8. Il patrimonio pubblico in mano agli enti locali ha, come abbiamo visto, dimensioni enormi (421 miliardi). La sua svendita, cominciata da tempo, è oggi considerata da Governo e Sindaci un vero e proprio piano strategico e, attraverso l’alibi della crisi del debito pubblico, sono ormai in adozione in tutti i Comuni piani di dismissione all’unico scopo di fare cassa. Anche i servizi pubblici locali sono da molto tempo sotto attacco e a rischio privatizzazione. Su questo terreno, come anche Deutsche Bank nel suo rapporto citato all’inizio ha dovuto riconoscere, la straordinaria vittoria referendaria del movimento per l’acqua nel giugno 2011 ha complicato molto i piani, senza tuttavia far desistere le grandi lobby finanziarie.
  9. Cassa Depositi e Prestiti, ovvero l’ente (ora SpA, con all’interno le fondazioni bancarie) che raccoglie il risparmio postale (240 miliardi) di quasi 24 milioni di persone, è il vero e proprio braccio operativo di questo processo. Cassa Depositi e Prestiti interviene infatti sulla valorizzazione finanziaria del territorio, finanziando direttamente, o attraverso F2i (Fondo per le infrastrutture, partecipato al 16% da Cdp), molte delle grandi opere, in particolare autostradali, in corso o in progetto nel nostro Paese; così come, attraverso FIV(Fondo Investimenti per le Valorizzazioni) di CDPI sgr si propone agli enti locali come partner ideale per la valorizzazione degli immobili da immettere sul mercato, fissandone un prezzo ed impegnandosi ad acquisirli, qualora dopo bando l’ente locale non riesca a venderli (FIV comparto Plus) o acquisendoli direttamente (FIV comparto Extra); altrettanto determinante è il ruolo assunto da Cdp nei processi di privatizzazione dei servizi pubblici locali, essendo da tempo impegnata attraverso F2i (Fondo per le infrastrutture) da una parte e FSI (Fondo strategico Italiano, interamente controllato da Cdp), in operazioni di ingresso nel capitale sociale delle aziende di gestione del servizio idrico e dei servizi pubblici locali per favorirne fusioni societarie e il rilancio in Borsa.
  10. Se il luogo dello scontro sociale del prossimo periodo sarà dunque l’ente locale, il nodo intorno al quale si dipanerà sarà quello del ruolo di Cassa Depositi e Prestiti. Se sotto attacco è la stessa funzione sociale degli enti locali come luoghi di prossimità degli abitanti di un territorio, altrettanto sotto scacco è l’utilizzo della ricchezza sociale prodotta nel Paese, in particolare quella del risparmio postale dei cittadini, che invece di essere utilizzata per gli investimenti volti al soddisfacimento dei bisogni sociali e ambientali delle comunità locali, viene interamente indirizzata come leva per l’espansione dei mercati finanziari e finalizzata all’espropriazione dei beni comuni. Si comprende meglio, a questo punto, anche il senso profondo della progressiva riduzione degli spazi di democrazia, che vede nell’accentramento istituzionale da una parte e in una furbesca campagna contro la “casta” e relativa riduzione della rappresentanza dall’altra, il progressivo distanziamento dei luoghi della decisionalità collettiva dalla vita concreta delle persone. L’obiettivo è chiaro : se ciò che è in atto è un mastodontico processo di spoliazione delle comunità locali, diviene necessario rendere loro sempre più ardua qualsiasi forma di organizzazione e di protesta, trasformando in rassegnata solitudine quella che potrebbe altrimenti divenire lotta per la riappropriazione sociale.
  11. Oggi sindaci e amministratori sono posti di fronte ad un bivio senza zone d’ombra : devono decidere se essere gli esecutori ultimi di un processo di privatizzazione che dalla Troika discende verso i governi e scivola giù fino agli enti locali o se riconoscersi come i primi rappresentanti degli abitanti di un determinato territorio e porsi in diretto contrasto con quei processi. Ma, indipendentemente dalla consapevolezza dei propri sindaci e amministratori, le donne e gli uomini di ogni comunità locale di questo Paese devono sapere che la lotta collettiva e generalizzata contro la trappola del debito, per una nuova finanza pubblica e sociale, per la riappropriazione sociale dei beni comuni, è interamente nelle loro mani. E che da essa dipende il destino della democrazia reale.

Rifiuti tossici a Passo Martino

I nuclei operativi del Comando dei Carabinieri hanno scoperto un ingente quantitativo di rifiuti Speciali interrati, i cui campioni prelevati hanno rilevato il superamento delle Concentrazioni -Soglia di Contaminazione (C.S.C.) previsti dalla legge.
Questo scempio ha interessato un terreno di circa 54 ettari e si riferisce all’impianto di compostaggio sito presso la zona industriale di Catania contrada Passo Martino, località Palma Torrazze, gestito dalla Società Ofelia Ambiente S.R.L., all’interno di un’area di proprietà dell’ESA (Ente Sviluppo Agricolo della Regione Sicilia).
In sede di indagine, però, l’Esa si è scrollata di dosso ogni responsabilità, in quanto aveva ceduto in affitto il terreno, insieme ai relativi impianti, alla “Siciliana Zootecnica S.p.A.” allo scopo di utilizzare il fondo esclusivamente per l’attività zootecnica , con assoluto divieto di sub-locazione totale o parziale e di diversa utilizzazione”.
rifiuti-tossici2
Tragicamente, invece, la “Siciliana Zootecnica SpA” ha subaffittato il terreno ad un altra società, la Ofelia srl, con conseguenze nefaste.
E’ possibile, concepibile, ci chiediamo, che nessuno degli enti preposti al controllo, né alla Regione Sicilia, né al comune di Catania o alla Provincia Regionale, si fosse mai accorto della situazione ?
Così come dichiara la Procura, e qui c’è da rabbrividire, negli anni tra il 2007 e il 2009 sono stati ricevuti e smaltiti intorno alle «123mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi e non» e alcune tonnellate, tra le più inquinanti, provenivano addirittura dalla Campania!

Mezzi e persone in continuo movimento e nessuno si insospettisce?
Questi gli inquinanti: “Fanghi di depurazione e di perforazione, ceneri di pirite, rifiuti di industrie agrumarie contenenti alte concentrazioni di idrocarburi, arsenico, antimonio, rame.”
E poi, circa 440 tonnellate di scarti alimentari scaduti e 2.570 tonnellate di fanghi provenienti dagli agglomerati industriali della frazione di Giammoro di Pace del Mela, nel messinese, e Caltagirone in provincia di Catania.
L’indagine della Procura di Catania, coordinata dal P.M. Giuseppe Sturiale, ha portato al rinvio a giudizio di ben 12 persone, tra le quali anche il responsabile di un centro analisi e il processo si terrà il prossimo 14 aprile. La dott.ssa Sammartino è il Gup.
La Provincia e il Comune di Catania si costituiranno parte civile, assente inspiegabilmente la Regione Siciliana.

(fonte)

(fonte sudPress)

Fogna a cielo aperto alla Cava !AGGIORNAMENTO!

fogna ScordiaIl Parco Cava di Scordia rappresenta un patrimonio storico, archeologico e ambientale di innegabile valore per la nostra città. La pessima gestione e manutenzione delle strutture legate alla pompa sommersa di rilancio, sita nei pressi di via Attard a poca distanza dal cimitero comunale, ha causato la fuoriuscita di liquami che scorrono nell’alveo del torrente Cava.

Assistiamo ormai da un decennio a questo scempio, la fuoriuscita di liquami si verifica a periodi alterni con conseguenze disastrose per l’ecosistema delle zone interessate, dal cimitero fino a Contrada Monaco/Pollicino. Il cattivo odore dei liquami raggiunge, inoltre, le abitazioni di Via Etna. I liquami proseguono il loro corso attraversando i ponti di via Balilla ricongiungendosi allo stesso percorso dell’attuale fogna, sempre a cielo aperto, che attraversa gli agrumeti fino al territorio di Lentini.

La situazione descritta potrebbe rappresentare un concreto pericolo per la salute dei cittadini.

Ciò premesso CHIEDIAMO se l’amministrazione è a conoscenza dello stato di manutenzione e funzionamento operativo delle strutture menzionate, e quali misure intende adottare o sta già adottando per risolvere il problema descritto e, soprattutto, per evitare che il danno si ripresenti in futuro. CHIEDIAMO inoltre la massima trasparenza sull’argomento in oggetto e su tutte le misure che l’amministrazione intende adottare o sta già adottando.
___________________________________

AGGIORNAMENTO: la risposta dell’Assessore Lo Castro durante il consiglio comunale del 21 Gennaio 2014:

“Problema squisitamente tecnico per impianto elettrico pompa di rilancio, abbiamo tentato di riparare per non cambiare tutto ma le varie riparaziono non sono servite, abbiamo la determinazione di cambiare tutto l’impianto con il quadro che abbiamo già comprato e spero di sostituirlo nell’arco di 10/15 giorni per evitare la fuoriuscita di liquami”

Trasparenti come l’acqua? No, BOCCIATO il Comune di Scordia

Analisi acqua, bocciato comune di Scordia
Abbiamo ricevuto le analisi dell’acqua dagli uffici incaricati. E non siamo soddisfatti. Il malloppo, ricevuto entro i termini indicati, presenta degli ottimi risultati in termini di qualità dell’acqua alla sorgente, PURTROPPO contiene anche delle gravi lacune:

  • Punti di rispetto della conformità: ai sensi dell’art.5 – DL 31, 02/02/2001 MANCANO LE ANALISI AL RUBINETTO E ALLE FONTANE! Ci sono pervenute esclusivamente le analisi alla sorgente (pozzi) e alle vasche, mancano le analisi al “punto di consegna”.
  • Le date: abbiamo ricevuto le analisi effettuate fino a maggio 2010 per le vasche e fino ad agosto 2012 per i pozzi: dove sono le analisi degli ultimi anni?
  • Controllo esterno: per le analisi di controllo esterno, ai sensi dell’art.8 – DL 31, 02/02/2001, siamo stati rimandati all’Autorità Sanitaria competente.

Sono urgenti adesso esami di riparazione.

Alla luce di questi risultati ci chiediamo inoltre se può oggi il Sindaco affermare, con la dovuta serenità, che l’acqua dei nostri rubinetti sia potabile.

Quello che sembra emergere, inoltre, è la totale mancanza di una pianificazione di sfruttamento sostenibile di una risorsa così importante per la vita dei cittadini di Scordia, sembra mancare il controllo e monitoraggio sulla profondità del pescaggio dei pozzi, misura che pare sia in costante aumento anche a causa dei cambiamenti climatici e di altri fattori.

Invitiamo calorosamente l’amministrazione comunale a provvedere in tempi ragionevoli, non possiamo scherzare con la salute dei cittadini.

I “grillini” | Alessandro Di Battista

Di Battista i grillini
Anche le scelte lessicali sono studiate a tavolino. Così come il termine “Onorevole” serve a marcare la distanzatra i Dipendenti dei Cittadini nelle Istituzioni e cittadini stessi (marcare la distanza è un modo per far si che il “potere” venga percepito come qualcosa di alto, di superiore, di irraggiungibile) così anche la parola “grillini” serve ad un evidente quanto mediocre gioco politico. Ci vogliono screditare, non siamo Parlamentari o Senatori della Repubblica italiana, no, siamo i “grillini”, i ragazzetti inesperti che vanno delegittimati costantemente. Per l’amor di Dio, lo ripeto all’infinito, se questo sistema cerca di delegittimarci noi gioiamo, evidentemente incutiamo timore, comunque, per amor di verità, ricordiamo cosa hanno fatti in soli 8 mesi i “grillini”:

  • I “grillini” hanno portato etica e moralità nelle Istituzioni
  • I “grillini” hanno mostrato che la politica senza soldi è possibile
  • I “grillini” hanno mostrato con chiarezza che il PD e il PDL, dopo anni di fidanzamento, si erano sposati all’oscuro dei propri elettori
  • I “grillini” hanno smascherato l’ipocrisia del PD durante l’elezione del Presidente della Repubblica
  • I “grillini” hanno portato in aula, per primi e nel silenzio generale, la tragedia della Terra dei Fuochi e hanno mostrato le soluzioni
  • I “grillini” hanno rinunciato a 42 milioni di rimborsi elettorali
  • I “grillini” (salvo coloro che vanno via, ma anche le defezioni sono un successo del M5S, essere del M5S è complesso) si dimezzano gli stipendi e restituiscono tutte le eccedenze
  • I “grillini” hanno fatto esplodere il caso Shalabayeva, hanno fornito al Governo tutti gli strumenti per risolvere il caso, sono andati in Kazakistan e sono arrivati prima degli esimi giornalisti di Repubblica mandati anche loro ad Astana proprio per togliere risalto alla missione diplomatica del M5S. Chapeau Signori Scalfari, Mauro e Sofri!
  • I “grillini” stanno combattendo come leoni contro lo stupro della Costituzione
  • I “grillini” fanno opposizione, sul serio, non scaldano le sedie come le false opposizioni del passato
  • I “grillini” tutti i fine settimana girano l’Italia per accendere quella passione politica e invogliare migliaia di cittadini alla partecipazione
  • I “grillini” hanno rispettato tutti i patti con i propri elettori, tutti
  • I “grillini” hanno sollevato lo scandalo fondazione Vedrò, fondazione vicina a Letta e Alfano
  • I “grillini” hanno combattuto e ottenuto il voto palese al Senato, un voto che ha permesso di sbattere fuori il condannato Berlusconi
  • I “grillini”, in 8 mesi, hanno segnato la fine politica di Fini, Bersani e Bindi
  • I “grillini” incontrano Assange e studiano l’informazione del futuro
  • I “grillini” non cedono di un centimetro, se ne fregano delle intimidazioni e sollevano il caso De Luca in Parlamento
  • I “grillini” presentano le mozioni di sfiducia a Ministri quali Alfano e Cancellieri, indegni di sedere al loro posto
  • I “grillini” hanno ottenuto emendamenti sugli sprechi, sui costi della politica e sui privilegi della casta
  • I “grillini” hanno presentato una proposta di legge per istituire un reddito di dignità per tutti coloro che non lavorano e se oggi si parla di reddito di cittadinanza in Italia è grazie ai “grillini”
  • I “grillini” hanno fatto tornare attuale il tema della guerra in Afghanistan, una guerra persa, illegale, vergognosa
  • I “grillini” stanno combattendo al fianco delle piccole e medie imprese
  • I “grillini” stanno dimostrando una crescita politica, culturale, comunicativa, di contenuti e valori unica nel panorama politico mondiale, e sono dentro da 8 mesi!
  • I “grillini” votano quel che è giusto, siano esse proposte della Lega o di Sel, del PD o di Forza Italia
  • I “grillini” sono seri, competenti e preparati e vantano il maggior numero di titoli accademici rispetto a tutti i gruppi politici europei
  • I “grillini” mettono in discussione i trattati europei che hanno distrutto la sovranità nazionale
  • I “grillini” non hanno paura di intaccare il pensiero dominante
  • I “grillini” sostengono i magistrati che rischiano la vita nel processo Stato-Mafia
  • I “grillini” non si fanno intimidire da toni e comportamenti fascisti da parte di alcuni Presidenti della Camera che vogliono impedire che si critichi l’operato di Napolitano
  • I “grillini” rispettano le Istituzioni come nessun altro
  • I “grillini” mettono sotto accusa il Presidente della Repubblica se necessario, non hanno legami indissolubili con lui come tutte le altre forze politiche
  • I “grillini” non hanno la mafia alle spalle
  • I “grillini” hanno previsto la tragedia sarda e hanno già proposto misure normative per la messa in sicurezza del suolo
  • I “grillini” denunciano Scaroni, l’AD dell’ENI, non temono i tangentari
  • I “grillini” sanno andare OLTRE
  • I “grillini” si sostengono reciprocamente, quando un collega parla in aula è come se stesse parlando a tutti i cittadini, viene ascoltato con grande ammirazione
  • I “grillini” camminano a testa alta, sempre, girano senza scorta e non temono il giudizio popolare
  • I “grillini” si sono già fatti le ossa all’opposizione e la prossima volta governeranno il Paese

Bertorotta (M5S): in Sicilia solo 190 Comuni sono provvisti del Piano di emergenza comunale

Campo della Protezione Civile

La Regione Siciliana ha finalmente presentato l’elenco dei Comuni dotati del “Piano di emergenza comunale”, da cui ne risultano ancora 200 sprovvisti di quest’importante strumento di prevenzione e gestione delle emergenze derivanti da calamità naturali o grandi eventi disastrosi.

La notizia ci arriva direttamente da Ornella Bertorotta, portavoce del Movimento 5 Stelle al Senato della Repubblica, che due mesi fa aveva presentato un’interrogazione parlamentare in merito al mancato adempimento da parte del nostro Governo regionale:

“A metà Settembre noi del MoVimento 5 Stelle presentammo in Senato un’interrogazione parlamentare, di cui io ero la prima firmataria, con la quale chiedevamo al Governo perchè la Sicilia fosse l’unica regione a non aver presentato l’elenco dei comuni che si fossero dotati del cosiddetto “Piano di emergenza comunale”, lo strumento con il quale l’amministrazione si prefigge di prevenire, se possibile, e comunque fronteggiare e gestire le emergenze derivanti da calamità che possono verificarsi nel proprio territorio.

Ornella Bertorotta

Pochi giorni fa ho saputo che finalmente la Regione ha adempiuto a questo importantissimo obbligo, comunicando che sono solo 190 su 390 i comuni che sinora si sono dotati di questo importantissimo strumento di protezione civile. E’ ovviamente solo un’ inizio, ma fa piacere sapere che il lavoro paga, sapere che iniziamo ad incidere, che a poco a poco l’enorme macchina della cosa pubblica italiana inizia a riportare le prime scalfiture targate cinque Stelle.

Un ringraziamento ad Alfio Vacanti ed agli altri attivisti del M5S Lentini – Carlentini, grazie ai quali è stato possibile realizzare questo piccolo ma importante risultato.

Peraltro, non mi stancherò mai di ripeterlo, è questo il compito di noi portavoce: prendere le istanze che provengono dai cittadini e portarle all’interno del palazzo. Il resto sono chiacchere, e le chiacchere sono come le nuvole: vengono spazzate via dal vento.”